Finchè i bambini non entrano nei ‘terribili due’ i genitori pensano siano solamente una leggenda. Poi da un giorno all’altro vengono catapultati dentro questa realtà e sperano che il figlio compia i 3 anni quanto prima.
A casa mia, in questo momento, siamo in piena fase esplosiva, tra i terribili due e la gelosia verso il fratellino. Eithan, che compie 3 anni a Dicembre, alcuni giorni diventa davvero capriccioso e ingestibile. Anche se nel mio piccolo penso di essere fortunata perchè non ho ancora dovuto assistere a scene di pianti inconsolabili con il bambino sdraiato sul pavimento.
Cosa sono e come riconoscerli
I “terribili due“, o in inglese “terrible two”, sono una fase che i bambini attraversano solitamente tra i 18 mesi e i 3 anni. Tutto ad un tratto iniziano ad essere capricciosi, ad avere crisi inconsolabili di pianto e il NO diventa la loro parola preferita.
Spesso i genitori pensano che i bambini li vogliano sfidare, che sia solamente una ‘lotta di potere’, ma in verità è il loro modo di esprimere le emozioni in un particolare passaggio evolutivo della vita.
I bambini, infatti, in questa fase, scoprono di essere degli individui separati dalla madre e di avere dei desideri e una personalità propria. Iniziano ad essere indipendenti e avviene la prima vera separazione consapevole dalla persona che si prende maggiormente cura di loro (che solitamente coincide con la figura della madre).
In pratica si trasformano in mutanti: dolci, affettuosi, ‘coccolosi’ e aperti al dialogo prima, tiranni, capricciosi, testardi, aggressivi e arrabbiati poi.
Alcune regole per sopravvivere ai terribili due (per genitori)
- Distrarlo per fargli fare qualcosa. Se non vuole mangiare, o vestirsi bisogna cercare di inventarsi qualche cosa per distrarlo e riuscire a raggiungere l’obiettivo, per evitare che vada a letto senza cena tutti i giorni o che debba uscire nudo. Con Eithan quando è in fase ‘No, non mangio’, gli racconto delle storie con animali per protagonisti.
Per la vestizione invece lo distraggo facendolo ridere. Gli metto i pantaloni in testa, gli faccio le linguacce, e nel frattempo lo vesto. - In caso di crisi di pianto ininterrotto: funziona far concentrare il bambino su qualcosa di piccolo, su un dettaglio molto particolare. Per esempio come sale e scende la cerniera della felpa che indossano. Oppure dargli in mano il barattolo della calma. Se riuscite a catturare la sua attenzione smetterà di piangere istantaneamente, senza ricordare nemmeno perchè avesse cominciato.
- Dare poche regole e chiare per non rischiare di confondere i bimbi. Durante i terribili due spesso i genitori tendono ad imporre moltissime regole e divieti ai bambini, ma in questo modo si rischia solo di ottenere l’effetto contrario. Il bambino si sentirà limitato su tutti i fronti e tenderà a sentirsi frustrato.
Può essere utile decidere un breve elenco di regole su cui non transigere, che andranno imposte anche in caso di pianto. (Usare il seggiolino in auto, non mangiare i biscotti prima di cena… ecc ecc). - Offrire la scelta tra diverse alternative solo se è possibile mantenerle. Per esempio chiedere quale maglietta vuole indossare la mattina, o che biscotti preferisce mangiare a colazione. In caso contrario essere determinati su quello che si deve fare. Per esempio mettersi le scarpe se si deve uscire, o lavarsi le mani se bisogna sedersi a tavola.
- Parlare, parlare, parlare. Spiegargli cosa state per fare, dove state andando, perchè non può fare determinate cose. E’ importantissimo in questa fase l’uso della parola. E’ giusto che il bambino non riceva solo dei No secchi, ma che gli venga spiegato tutto nel modo il più chiaro possibile. In questo modo comunque sarà più facile prepararlo a quello a cui va incontro. Anche se sembra che non ci ascoltino, o che non capiscano, in verità è solo un’impressione dei grandi.
- Parlare delle sue emozioni. Come si sente, perchè è arrabbiato, perchè è felice. Abbassarsi al suo livello per parlargli, ma trattarlo come un pari. Ovviamente usando parole e concetti per lui comprensibili. Per aiutarlo a parlarne si possono usare anche alcuni libri che trattano l’argomento dal punto di vista dei bambini: ‘Che rabbia’ e ‘I colori delle emozioni’.
- Lasciargli incanalare la rabbia attraverso un gioco, o un’attività. In questo modo sfogherà la sua voglia di distruzione verso qualcosa di specifico. Se siete al parco potrà correre o urlare. A casa, invece, dove gli spazi sono più limitati si possono usare i giochi musicali: come per esempio il pianoforte (clicca qui per trovarlo), o il set musicale (che trovi cliccando qui), o giochi creativi come la pasta modellabile della Djeco (che trovi qui).
Anche le bambole empatiche della Rubens Barn possono aiutare moltissimo il bambino a gestire le proprie emozioni.
Ci vuole solo tanta pazienza…
Mamme e papà non vi resta che avere tanta tanta tanta pazienza, per fortuna è una fase e prima o poi passa… Ricordatevi dopo i terribili due si entra nei terribili tre che forse sono anche peggio!