I capricci non esistono.

Nella nostra società il pianto del bambino viene subito identificato come capriccio o come vizio. In realtà questi attacchi d’ira esprimono un disagio o un bisogno profondo che il bambino ha in quel momento. Queste “scenate” sono il risultato della frustrazione che esprime il piccolo nel non riuscire a fare qualcosa o nel non essere compreso.
Un bambino non piange senza motivo. Il problema è che noi non comprendiamo la sua motivazione, ma c’è, sempre.

Quindi, i cosiddetti capricci, i pianti, le grida, le disobbedienze, le bugie, lo spirito di distruzione, sono delle richieste di aiuto. L’adulto, convinto che si tratti del carattere del bambino, cerca di correggerlo, anche con metodi duri e a volte ingiusti.
Invece di sgridarli continuamente o ricattarli, bisognerebbe dare loro gli strumenti adeguati per esprimersi nel modo giusto.
E’ molto utile incentivare la loro autonomia, fornendogli tutti gli strumenti per fare da sè, fin da piccolissimi: infatti ogni età ha dei traguardi ben precisi secondo Maria Montessori.

Seguiamo il metodo Montessori per prevenire i capricci

I capricci spesso sfociano in manifestazioni di rabbia: questo sentimento inizia ad affiorare intorno ai 2 anni, quando i bambini vogliono difendere i loro desideri ed interessi. Gestire queste situazioni può essere complicato e a volte anche doloroso (psicologicamente per l’adulto) ecco perché è utile sapere come prevenirli.

Quando diciamo ai nostri figli di non fare qualcosa si possono generare in loro una serie di emozioni che non sanno gestire e che esplodono sotto forma di capricci. A volte si tratta di vere e proprie scenate che vorremmo tanto evitare e che forse potremmo imparare a prevenire seguendo alcuni consigli che nascono dal metodo di Maria Montessori.

L’idea Montessoriana è quella di creare un ambiente adatto al bambino in cui lui si senta a suo agio e quindi eviti di trovarsi in quello stato che può farlo “esplodere” in un attacco d’ira da un momento all’altro.

Ovviamente i momenti in cui i bambini avranno reazioni forti ci saranno lo stesso, ma sicuramente saranno più limitate e più gestibili.

La mia esperienza

Ho notato con Noa, due anni, che se io le parlo in modo calmo e pacato spiegandole quello che è accaduto, quello che prova emotivamente e continuando a ripeterle il perchè io abbia agito nel modo che l’ha fatta arrabbiare lei dopo un po’ si calma da sola e torna a giocare serenamente.

Per contenere la rabbia e la frustrazione, soprattutto con i miei figli più grandi, trovo molto utile l’abbraccio. Succede a volte che si agitano talmente tanto, arrabbiandosi e urlando che poi non riescono più a calmarsi da soli. Basta stringerli forte a sè per far si che si tranquillizzino.
Può accadere che quando hanno queste reazioni è perchè ho vietato loro qualcosa o li ho sgridati; abbracciarli mentre stiamo avendo una discussione calma me e loro, cosi da poter proseguire il dialogo con toni calmi e pacati.

Il consiglio Montessoriano che preferisco è quello di parlare sempre ai nostri figli e spiegargli sempre tutto, facendolo alla loro altezza. I no vanno detti e i limiti vanno stabiliti ma, se vengono spiegati, i nostri figli li comprendono e anche se si arrabbieranno avranno capito i motivi dei nostro no.

 

Consigli montessoriani per prevenire la rabbia e gestirla al meglio

  • Maggiore autonomia e indipendenza: riadattare la casa a misura di bambino in modo che il piccolo possa svilupparsi autonomamente avendo a disposizione i propri giocattoli, strumenti e libri, potendoli sceglierli e rimetterli a posto in modo autonomo.
  • Parlare sempre con rispetto, amore ed empatia: il tono da usare è lo stesso che si utilizza con gli adulti.
  • Mettersi al loro livello: è importante comunicare con i bambini mantenendo il contatto con gli occhi e dunque “abbassandosi” al loro livello, chiamandoli per nome e parlando dei loro sentimenti e dei nostri.
  • Stabilire una routine: se il bambino conosce le attività che sono programmate le accetterà più facilmente ed eviterà di arrabbiarsi.
  • Occhio a fame e sonno: la stanchezza e la fame aumentano la probabilità di avere degli scatti d’ira. Programmate sempre bene l’ora dei pasti e della nanna.
  • Affrontare le nuove esperienze: Uscire dalla zona di comfort per i bambini non è facile. Se c’è da affrontare una nuova situazione basta spiegare di cosa si tratta per evitare sorprese e il sopraggiungere dell’ansia.
  • Rispondi alle sue necessità: un bambino dopo aver trascorso la giornata a scuola ha bisogno di muoversi, giocare e stare all’aria aperta. Bisogna rispettare le sue esigenze e adattare la propria organizzazione della giornata anche considerando questo aspetto. Se sta in un luogo chiuso a fare attività seduto tutto il giorno è più facile che la sua energia inespressa si trasformi in rabbia e capricci.
  • Spiega il perché delle regole: ci sono cose sulle quali non si negozia (ad esempio sedersi e legarsi sul seggiolino auto) ma bisogna sempre spiegare al bambino con un linguaggio a lui comprensibile il perché siano così importanti.
  • Sottolinea gli aspetti positivi: anche quando un bambino non vuole fare una cosa si può trovare in essa il lato positivo da fargli vedere. Ad esempio si va dal dottore a fare il vaccino e di fianco allo studio c’è una gelateria buonissima dove comprare un mega gelato!
  • Empatia: è importante mettersi nei panni del bambino e guardare le cose dal suo punto di vista.
  • Parlare e relazionarsi con rispetto: non riusciremo a mantenere un buon dialogo con il nostro bambino se con le altre persone di casa non sappiamo discutere con rispetto.
  • Nessun ricatto: il ricatto è un’arma doppio taglio. Si entra spesso in una spirale da cui è difficile uscire ( ahimè io ci casco spesso).
  • Farli scegliere: invece di imporre sarebbe bene lasciare che il bambino prenda da sé la decisione. Ovviamente non bisogna lasciargli il massimo della libertà ma ad esempio proporgli due opzioni. Ad esempio la mattina gli si può far scegliere tra due magliette ecc. Anche quando si va a comprare qualcosa per loro come le scarpe è bene non imporsi nella scelta ma far scegliere a loro ( ovviamente siamo noi a proporre due scarpe che piacciono a noi)
  • Attirare la sua attenzione: se si nota che la rabbia è causata da un gioco, da un’attività, da un ambiente o dalla stanchezza si può cercare subito di deviare la sua attenzione su qualcos’altro.
  • Usa un linguaggio positivo: esprimersi sempre in modo positivo. Ad esempio se sta lanciando un oggetto non dire “non tirarlo” ma “Fai attenzione! Se lo tiri potresti romperlo o farti male!”.
  • Se si arrabbia: Tu genitore non perdere la calma. Respira profondamente e donagli un abbraccio!

Il segreto è la pazienza

I miei bimbi sono molto autonomi e le loro crisi di nervosismo le hanno quando si rendono conto di non poter fare da soli le cose che vorrebbero, magari imitando la sorella o il fratello più grande. Ad esempio mettersi le scarpe, piegare il pigiama, chiudere la zip del giubbotto. Il non riuscire a fare quella determinata cosa li fa molto arrabbiare.

Noi adulti sminuiamo queste reazioni definendoli capricci e invece che cercare di capire il motivo dell’atteggiamento urliamo, sgridiamo e li mettiamo in punizione.

Trovo efficace, molto di più delle classiche punizioni (niente tv per una settimana), isolarli invitandoli a fare un’attività rilassante, come leggere un libro o fare un puzzle. (Cliccando qui puoi trovare tutti i puzzle della Djeco, colorati e per tutte le età.)
Credo che ogni genitore sappia cosa riesce a calmare il proprio figlio, il metodo montessoriano va riadattato sul bambino.

L’errore che spesso faccio io è non avere pazienza…

Mi innervosisco spesso quando fanno le cose lentamente. Ad esempio se non riescono a mettersi le scarpe velocemente, se “perdono tempo a piegare e ripiegare un pigiama prima di andare a scuola ecc.
Pensiamoci però, non è colpa loro. I bimbi non sanno definire il tempo, basterebbe svegliarli 15 minuti prima per poter fare tutto con calma e serenità. Nostra e loro.

La cosa più difficile da mantenere è la calma e la pazienza, lo so. Le mie urla le sentono anche al piano terra, e poi?
Chiedo scusa ai miei figli, mi calmo e parliamo tutti più tranquilli.

Sbagliare è umano e il lavoro del genitore è il più difficile al mondo!

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2 Comments

  1. Olimpia says:

    Questo articolo è un segno del destino. Sono giorni che mia figlia di due anni e mezzo ha iniziato a fare capricci e sceneggiate assurde.
    StAsera L ho distratta con un gioco piano piano e si è calmata ma devo ammettere che ad un certo punto piangevo anche io e L ho lasciata che si disperava con il papà .
    Mi sento una madre orribile

    1. leanna strulovitz says:

      Ciao Olimpia,
      non sentirti orribile, ci siamo passate tutte. Davvero!
      Siamo esseri umani anche noi e dobbiamo tutte imparare ad essere madri. Gli errori si fanno ma l’importante è capirlo e usarli per migliorare e riflettere! Io ho tre bimbi, sai quante volte mi sento una madre orribile???
      Ma non siamo perfette e va bene così.
      I bimbi sono meravigliosi ma bisogna dedicare loro moltissimo tempo ed energie e a volte capite che siamo stanche o nervose e così reagiamo anche noi male.. I papà sono fondamentali per questo! Ci aiutano e ci danno il cambio.
      Ti mando un abbraccio forte!

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