Eithan, che ora ha 2 anni e mezzo, quando vivevamo a Londra ha sempre frequentato gruppi gioco e classi di musica fin dai primi mesi di vita.
Tornati in Italia, un’amica mi ha parlato di un corso di musica, diverso dagli altri, e mi ha invitata a partecipare a un incontro di prova. Entusiasta ho subito accettato, così ho conosciuto Federica.
Eithan ha da subito apprezzato l’attività musicale, la possibilità di muoversi liberamente, di potersi esprimere cantando a modo suo (aveva un anno e qualche mese) e di nascondersi dietro le tende senza che nessuno lo fermasse, lo facevano tornare volentieri tutte le settimane.
La particolarità di queste classi è di seguire quello che viene impropriamente chiamato metodo Gordon.
Federica Braga, insegnate di musica accreditata insegnanti Audiation Intistute, ora ci spiega meglio di che cosa si occupa il progetto di Musilieu.
INTERVISTA:
L’obiettivo di questa esperienza non è di rendere i bambini dei musicisti ma un pubblico competente, musicale, capace di capire la musica. Poi se vorranno potranno suonare. Suonare è una parte del processo di cui anche Gordon si occupa ma trattando gli strumenti esattamente per quello che sono, degli strumenti che servono a esprimere un pensiero, quello musicale.
La musica si apprende come la lingua materna: in un ambiente affettivamente significativo i bambini dovrebbero sentire cantare la loro mamma o la persona che si prende cura di loro solo melodie senza parole. Solo dopo un lungo periodo di ascolto i piccoli passeranno all’imitazione dei suoni e poi alla vera e propria assimilazione della sintassi musicale, alla capacità cioè di percepire stabilmente il centro tonale di un brano, o la pulsazione ritmica in modo consistente.
I tempi di apprendimento sono solitamente lunghi, c’è una forte importanza dell’ascolto ed è bene posticipare l’inserimento di strumenti musicali solo quando la lingua musicale è appresa.
L’attitudine musicale è un parametro oggettivamente misurabile i cui valori non sono mai tanto elevati quanto al momento della nascita. Se il bambino successivamente non viene inserito in un ambiente idoneo, tale parametro, sottoposto all’influenza ambientale, non può che decrescere o comunque oscillare nei suoi valori fino all’età di nove anni. Tutti gli esseri umani nascono con un’attitudine musicale e quindi con un potenziale di apprendimento e di comprensione del linguaggio musicale.
La comunicazione musicale ha tuttavia una caratteristica particolare che di volta in volta alimenta l’entusiasmo per il nostro lavoro: è un linguaggio fortemente emotivo, meno ancorato alla realtà di quanto non sia il linguaggio parlato che è invece supportato dalle sovrastrutture razionali tipiche del mondo adulto. I piccoli sono fatti di emozioni ed è per questo che la musica li affascina così intensamente: l’ascolto e l’assorbimento, quando cantiamo, sono totali poiché i suoni in queste piccole persone riescono a far vibrare le corde più profonde.
– Cosa succede durante un incontro MUSILIEU?
Durante i nostri incontri, piccoli gruppi di bambini accompagnati da un adulto si trovano in un ambiente accogliente, seduti per terra, in silenzio. Dopo il momento dei saluti, sempre in musica, l’educatore propone brevi canzoni melodiche o ritmiche: musica pura, senza l’uso di parole che altrimenti attrarrebbero l’attenzione selettiva del bambino.
Musica breve ma complessa, che stimoli l’attività neuronale molto più di quanto non faccia la comune musica per bambini che normalmente ha l’effetto di addormentarli; musica varia, perché i bambini apprendono per discriminazione (se il mondo fosse tutto giallo come potremmo sapere cosa sono il rosso, il blu o il verde?); musica ripetuta più volte perché i bambini hanno bisogno di ascoltare e riascoltare, vedere e rivedere, toccare e ritoccare per conoscere meglio, capire a fondo, scoprire la realtà, ogni volta con rinnovato interesse.
– Ci spieghi la funzione del SILENZIO nei vostri incontri?
Questa MUSICA è alternata al silenzio, momento essenziale dei nostri incontri. Durante il silenzio i bambini elaborano le informazioni e interagiscono con l’ambiente, in modo diverso a seconda dell’età cronologica e musicale. Sospiri, sorrisi, suoni perfettamente intonati, vere e proprie lallazioni musicali, movimenti di braccia e gambe, primi passi che seguono la pulsazione ritmica… e poi imitazione vera e propria, movimenti armonici e fluidi, partecipazione vocale sempre più raffinata, sviluppo del pensiero musicale, comunicazione nel senso più pieno del termine.
– Quale è solitamente la reazione dei bambini?
I bambini sono liberi di essere ciò che sono, esseri umani alla scoperta del mondo. Per questo sono lasciati liberi, non appena possono farlo, di gattonare o camminare per la stanza, socializzare tra loro, giocare, quando sono più grandi. Siamo noi educatori a prendere spunto dai piccoli per proporre ciò che sappiamo attrarre la loro attenzione: senza imposizioni, senza facili autoritarismi (soprattutto quando sono più grandi) ma in un dialogo fatto di reciproca comprensione e rispetto.
Proprio a questo proposito, mi piace sottolineare come i bambini sappiano tenere lunghi silenzi e quindi ascoltare nel senso più profondo del termine fin da piccolissimi: solo quando ho finito di cantare “parlano” con me, esprimono il loro entusiasmo e la loro emozione, dicono la loro. Appena la musica riprende, torna l’attenzione.
– Seguendo la filosofia di MUSILIEU cosa è possibile fare per i bambini a casa? Come ascoltare musica e soprattutto, che musica ascoltare?
L’importanza degli incontri con docenti specializzati formati da Audiation Institute, è quella di avvicinare i bambini ad adulti altamente competenti nella comunicazione musicale, così come a casa gli adulti vicini al bambino lo sono nel comunicare attraverso l’idioma di appartenenza. Questo non significa che una mamma e un papà non possano per esempio cantare per il loro bambino: il consiglio di un esperto può aiutare a farlo in modo corretto.
Quando cantiamo per i bambini, per esempio, prima di tutto togliamo le parole: in questo modo avremo la certezza che i piccoli staranno attenti alla musica piuttosto che a fantasiose filastrocche inutili dal punto di vista dell’apprendimento musicale. Potremmo per esempio togliere le parole dalle canzoni che ci piacciono di più, meglio se sconosciute ai bambini dato che spesso il
repertorio di musica per l’infanzia è sintatticamente molto banale. Oppure inventare canzoni nuove facendo sì che non siano troppo lunghe o ripetitive, ma piuttosto complesse e ripetute più volte lasciando tra una ripetizione e l’altra momenti di silenzio. Un altro aspetto importante da sottolineare e quello di cercare di cantare senza muoversi ritmicamente come invece siamo sempre indotti a fare: il movimento a flusso continuo aiuta i bambini a non perdere una qualità motoria che hanno naturalmente e che consente al cervello di comprendere il concetto di tempo.
Vogliamo ringraziare Federica per la sua intervista, se volete saperne di più andate sul suo sito!
A settembre è previsto un nuovo ciclo di incontri prova e iniziano anche i nuovi corsi!
Non vi resta che provare…
I suoi contatti:
Federica Braga
Cellulare: +39 344 0772287
Email: federica@musilieu.it